La
famiglia della bambina romena che è stata aggredita
mercoledì a Paularo si è tranquillizzata ed è
molto meno preoccupata rispetto ai giorni scorsi.
Sono in strada, passeggiano rilassati con le loro
due figlie, la più grande che è stata protagonista
della brutta vicenda è con il quaderno in mano.
Parla dei suoi compagni che le hanno dato quei
calci. La coppia non porta assolutamente rancore ma
pretende dalla scuola attenzione. La preoccupazione
è rientrata, la voglia di parlare dell'episodio è
poca anche se qualche osservazione scappa ai due
coniugi. «Noi abbiamo abitato in più città, ma
non abbiamo mai avuto problemi di integrazione . Non
vorremmo essere discriminati in questo paese dove
dobbiamo dire che ci troviamo bene. Siamo anche noi
convinti si tratti di ragazzi troppo vivaci, ma
trovarci la bambina la sera con dei lividi non fa
piacere. E visto che non era la prima volta che
accadeva una cosa simile, vogliamo solo richiamare
l'attenzione della scuola». La fiducia che tutto
questo si risolva in fretta è tanta e lo si evince
anche dalla tranquillità con cui spiegano le loro
ragioni l'uomo e la donna. Per loro invece rimane un
rammarico, soprattutto la madre con un italiano
ottimo spiega dispiaciuta: «Mi aspettavo che
qualche genitore ci facesse visita, invece non è
accaduto. Comunque abbiamo avuto il segnale dalla
scuola e speriamo che non succeda più nulla a
nostra figlia e di questo siamo fiduciosi». La
famiglia usa il buon senso e non condanna nessuno,
limitandosi ad una giusta preoccupazione. C'è chi
dall'altra parte richiama l'attenzione anche agli
atteggiamenti della bambina romena, che non
aiutavano a farla ben volere in classe. Naturalmente
questo non serve a giustificare l'uso delle mani, ma
spinge ad analizzare con attenzione il problema di
come una bambina straniera vada integrata in una
nuova realtà scolastica. |
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