Domenica, 27 Aprile 2008

Parla la famiglia della bambina aggredita

 
La famiglia della bambina romena che è stata aggredita mercoledì a Paularo si è tranquillizzata ed è molto meno preoccupata rispetto ai giorni scorsi. Sono in strada, passeggiano rilassati con le loro due figlie, la più grande che è stata protagonista della brutta vicenda è con il quaderno in mano. Parla dei suoi compagni che le hanno dato quei calci. La coppia non porta assolutamente rancore ma pretende dalla scuola attenzione. La preoccupazione è rientrata, la voglia di parlare dell'episodio è poca anche se qualche osservazione scappa ai due coniugi. «Noi abbiamo abitato in più città, ma non abbiamo mai avuto problemi di integrazione . Non vorremmo essere discriminati in questo paese dove dobbiamo dire che ci troviamo bene. Siamo anche noi convinti si tratti di ragazzi troppo vivaci, ma trovarci la bambina la sera con dei lividi non fa piacere. E visto che non era la prima volta che accadeva una cosa simile, vogliamo solo richiamare l'attenzione della scuola». La fiducia che tutto questo si risolva in fretta è tanta e lo si evince anche dalla tranquillità con cui spiegano le loro ragioni l'uomo e la donna. Per loro invece rimane un rammarico, soprattutto la madre con un italiano ottimo spiega dispiaciuta: «Mi aspettavo che qualche genitore ci facesse visita, invece non è accaduto. Comunque abbiamo avuto il segnale dalla scuola e speriamo che non succeda più nulla a nostra figlia e di questo siamo fiduciosi». La famiglia usa il buon senso e non condanna nessuno, limitandosi ad una giusta preoccupazione. C'è chi dall'altra parte richiama l'attenzione anche agli atteggiamenti della bambina romena, che non aiutavano a farla ben volere in classe. Naturalmente questo non serve a giustificare l'uso delle mani, ma spinge ad analizzare con attenzione il problema di come una bambina straniera vada integrata in una nuova realtà scolastica.

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