Approda
in
Regione
l'ultimo
animato
consiglio
comunale
di
Paularo
,
che
di
fatto
ha
portato
il
sindaco
Sergio
Tiepolo
a
sollevare
dall'incarico
la
sua
vice
Danielle
Maion.
In
un'interrogazione
al
presidente
llly,
il
consigliere
regionale
Renzo
Petris
(Ds)
chiede
delucidazioni
su
quanto
emerso
nel
corso
di
quella
seduta.
Tutto
parte,
scrive
Petris,
dal
finanziamento
di
207
mila
euro
concesso
nel
2002
al
Comune
di
Paularo
nell'ambito
del
Fondo
regionale
per
lo
sviluppo
della
montagna,
allo
scopo
di
realizzare
un
primo
lotto
funzionale
per
l'apprestamento
dell'area,
individuata
in
località
"Trottola",
quale
risposta
alle
esigenze
di
delocalizzazione
di
un'azienda
tessile
da
parte
di
un
importante
gruppo
industriale
italiano,
con
possibile
creazione
di
50/60
posti
di
lavoro.
In
quest'area
sono
attualmente
insediate
cinque
attività
artigianali,
mentre
al
momento
nulla
si
sa
dell'ipotesi
delocalizzativa
in
ragione
della
quale
la
giunta
Tondo
decise
il
finanziamento.
Nel
corso
del
consiglio
comunale
del
28
settembre
scorso,
sono
stati
concessi
120
giorni
di
tempo
a
queste
ditte
per
sgomberare
le
costruzioni
precarie,
donate
dall'Esa
e
installate,
come
ha
ricordato
Tiepolo,
in
occasione
dell'alluvione
del
1983.
«I
capannoni
erano
stati
concessi
a
titolo
gratuito
per
cinque
anni
e
invece
gli
imprenditori
li
utilizzano
ancor
oggi
senza
pagare
affitti-
aveva
dichiarato
il
primo
cittadino
nell'occasione-.
Vogliamo
migliorare
e
abbellire
la
zona,
dando
una
possibilità
a
tutti
gli
artigiani
di
Paularo
che
necessitano
di
una
struttura».
La
decisione
ha
creato
preoccupazione
nel
capogruppo
di
maggioranza
Arrigo
Ferigo,
esponente
di
An
così
come
il
sindaco,
il
quale
ha
sottolineato
il
pericolo
che
questa
deliberazione
possa
determinare
la
chiusura
definitiva
di
queste
attività
artigianali,
in
quanto
a
Paularo
non
esistono
i
presupposti
per
un
insediamento
alternativo.
Petris,
perciò,
interroga
Illy
se
sia
a
conoscenza
di
questa
situazione
relativamente
all'uso
della
quota
parte
del
Fondo
montagna,
la
cui
finalizzazione
provocherebbe
l'espulsione
degli
insediamenti
produttivi
esistenti
e
la
perdita
di
venti
occupati,
il
tutto
per
favorire
un'iniziativa
di
cui
non
si
ha
notizia
certa.
Inoltre,
il
consigliere
diessino
chiede
di
verificare
se
i
lavori
in
progetto
possano
essere
eseguiti
senza
pregiudicare
le
attività
insediate,
tenuto
conto
della
grave
situazione
occupazionale
venutasi
a
creare
in
Alto
Friuli
nell'ultimo
anno.