Martedì, 10 Agosto 2004

Wassily Di Gleria....

 

il portiere che si trasformò in una punta di successo

Uno che di nome fa Wassily non può essere una persona comune: ed infatti, Wassily Di Gleria, ventiseienne attaccante della Paularese, è un giocatore davvero speciale. Iniziamo dal nome.

«E' il nome che ha scelto mio nonno - sorride Wassily - ed a me piace molto, perchè è originale».

- Originale e singolare è anche la tua vicenda calcistica, la tua evoluzione ... tattica. Partiamo dall'inizio.

«Ho iniziato con la Velox, poi ho fatto un periodo a Tolmezzo, Stella Azzurra e poi Paularese, Osoppo e ritorno definitivo a Paularo . All'inizio, giocavo in porta e nonostante un fisico non propriamente adatto al ruolo credo di essermela cavata egregiamente. Alcune volte, poi, durante le sedute di allenamento, mi divertivo a giocare di punta. Più lo facevo e più prendevo confidenza anche con il ruolo di attaccante, che senza dubbio è un ruolo meno noioso».

- Ne devi aver presa tanta di confidenza, visti i risultati. Tecnica sopra la media, fantasia e...«Ed il fatto che, avendo giocato in porta, so cosa può mettere in difficoltà un portiere: saper scegliere il tempo, a volte, è più importante di chissà quale giocata!».

- In campionato, dopo un inizio un po' stentato, avete recuperato moltissimo terreno: ormai siete lì, tra le prime.

«L'inizio è stato duro: qualche infortunio, la sorte non sempre amica e qualche episodio che ci ha condannato. Ora, le cose vanno meglio ma il cammino è lungo, ancora molto lungo».

- A chi dedicheresti un'eventuale promozione?

«A due persone fantastiche: il presidente Leonardo Screm e a Renzo De Toni. Sono anni che lavorano per questa società e meriterebebro una grande soddisfazione. Loro curano tutto nei minimi particolari: settore giovanile, prima squadra, organizzazione delle partite ed i dopopartita. E sempre con passione ed umiltà. Accanto a loro metterei i miei compagni più anziani: Stefano De Marco, Gherardo Tarussio, Valerio Faleschini e Roberto Dereani costituiscono il gruppo storico. loro sono giocatori bravissimi ed uomini dai grandi valori: sono prodighi di consigli per i giovani provenienti dal vivaio e cercano di farli inserire senza problemi».

- E Revelant, il tuo tecnico?

«Altra persona incredibile: è il tipo giusto per il gruppo. Ha solo un difetto: è talmente generoso che non sa dire di no ed a volte si trova con mille impegni. Se potesse dedicarsi solo alla panchina sarebbe un allenatore ancor più bravo di quello che è!».

 

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