Uno che di nome fa
Wassily non può
essere una persona
comune: ed
infatti, Wassily
Di Gleria,
ventiseienne
attaccante della
Paularese, è un
giocatore davvero
speciale. Iniziamo
dal nome.
«E' il nome
che ha scelto mio
nonno - sorride
Wassily - ed a me
piace molto, perchè
è originale».
- Originale e
singolare è anche
la tua vicenda
calcistica, la tua
evoluzione ...
tattica. Partiamo
dall'inizio.
«Ho iniziato
con la Velox, poi
ho fatto un
periodo a Tolmezzo,
Stella Azzurra e
poi Paularese,
Osoppo e ritorno
definitivo a Paularo
. All'inizio,
giocavo in porta e
nonostante un
fisico non
propriamente
adatto al ruolo
credo di essermela
cavata
egregiamente.
Alcune volte, poi,
durante le sedute
di allenamento, mi
divertivo a
giocare di punta.
Più lo facevo e
più prendevo
confidenza anche
con il ruolo di
attaccante, che
senza dubbio è un
ruolo meno noioso».
- Ne devi aver
presa tanta di
confidenza, visti
i risultati.
Tecnica sopra la
media, fantasia e...«Ed
il fatto che,
avendo giocato in
porta, so cosa può
mettere in
difficoltà un
portiere: saper
scegliere il
tempo, a volte, è
più importante di
chissà quale
giocata!».
- In
campionato, dopo
un inizio un po'
stentato, avete
recuperato
moltissimo
terreno: ormai
siete lì, tra le
prime.
«L'inizio è
stato duro:
qualche
infortunio, la
sorte non sempre
amica e qualche
episodio che ci ha
condannato. Ora,
le cose vanno
meglio ma il
cammino è lungo,
ancora molto lungo».
- A chi
dedicheresti
un'eventuale
promozione?
«A due persone
fantastiche: il
presidente
Leonardo Screm e a
Renzo De Toni.
Sono anni che
lavorano per
questa società e
meriterebebro una
grande
soddisfazione.
Loro curano tutto
nei minimi
particolari:
settore giovanile,
prima squadra,
organizzazione
delle partite ed i
dopopartita. E
sempre con
passione ed umiltà.
Accanto a loro
metterei i miei
compagni più
anziani: Stefano
De Marco, Gherardo
Tarussio, Valerio
Faleschini e
Roberto Dereani
costituiscono il
gruppo storico.
loro sono
giocatori
bravissimi ed
uomini dai grandi
valori: sono
prodighi di
consigli per i
giovani
provenienti dal
vivaio e cercano
di farli inserire
senza problemi».
- E Revelant,
il tuo tecnico?
«Altra persona
incredibile: è il
tipo giusto per il
gruppo. Ha solo un
difetto: è
talmente generoso
che non sa dire di
no ed a volte si
trova con mille
impegni. Se
potesse dedicarsi
solo alla panchina
sarebbe un
allenatore ancor
più bravo di
quello che è!».