Venerdì, 25 Marzo 2005

GARIBALDINI A PAULARO, EROI O MERLOTTI?
Il furgone carico di operai che tornano dal lavoro sorpassa un autoarticolato, sbanda e si schianta contro il guard-rail.
Novembre 1864, la "storia" passa per Dierico di Paularo : un manipolo di garibaldini ormai allo sbando dopo il tentativo insurrezionale fallito in Friuli giunge nel villaggio carnico. Gli abitanti sono dapprima timorosi, poi aiutano i rivoltosi e alla fine subiscono le angherie degli austriaci, giunti in forze a perquisire case e canonica.

Due abitanti di Dierico, Mandul e Rinzut, corrispondenti a Giacomo e Giovanni Dereani, verranno tradotti nelle carceri, giudicati e condannati per complicità con i garibaldini. Eroi o "merlotti", come li definisce nel manoscritto ritrovato e pubblicato recentemente, Osvaldo Fabiani pure di Dierico, narratore attento e partecipe dei fatti del 1864? La domanda se la pongono i lettori e gli abitanti di Dierico, dove vivono i discendenti dei due "merlotti", a cui non piace l'appellativo rivolto ai propri antenati.

Ora il libro è stato presentato a Dierico a cura del Gruppo giovanile parrocchiale e dell'Ana del paese. Occorre dire che al manoscritto si sono aggiunti pregevoli studi e ricerche di Stefano Fabiani, Giorgio Ferigo, Egidio Screm e del linguista Pellegrini. Lo spunto del manoscritto ( o meglio del dattiloscritto, giacché l'originale si è perso) è servito per indagare le vicende della lotta risorgimentale in Carnia, la società del tempo con le trasformazioni economiche e sociali e infine, come si diceva, la lingua. Osvaldo Fabiani scrive in una prosa a tratti "manzoniana" con squarci paesaggistici notevoli. Interessante anche la riproduzione nel libro di tele e bozzetti di pittori che soggiornarono nella Val d'Incarojo, un tempo meta di vacanze di illustri personaggi dell'arte e della cultura udinese, tra cui la Caterina Percoto. Di quest'ultima si riporta la cronaca di un viaggio avventuroso tra le anse del fiume Chiarsò e le rocce prospicienti la vallata.

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