Mercoledi, 24 Giugno 2009

Pignolo sul lavoro, molto attaccato alla famiglia
L'intera comunità di Paularo è sconvolta per la morte di Sandro Menean
L'intera comunità di Paularo è sconvolta per la morte di Sandro Menean, il muratore quarantaquattrenne vittima ieri mattina di un incidente sul lavoro a Lauco. A Paularo la giornata grigia si fonde con le lacrime che spuntano sugli occhi di tutti quando entri nei locali pubblici e, soprattutto, incontri i parenti del defunto, che nel primo pomeriggio si erano riuniti dallo zio Claudio Brovedan. La moglie Lorena Gortan, infermiera a Tolmezzo, si era recata in mattinata all'ospedale per assistere il padre del marito, ricoverato da tempo, al quale solo in serata verrà data la tragica notizia.
      Lorena Gortan è stata informata della tragedia intorno a mezzogiorno, poi nel tardo pomeriggio è rientrata a Paularo, nella sua bella casa di via Manzoni a Villa di Mezzo. Una casa costruita con i sacrifici e il lavoro del suo uomo, Sandro Menean, muratore esperto e capace. Da sempre lavorava con la D'Andrea costruzioni e solo da pochi giorni era impegnato in località Pesmulet, a Lauco, dove ha perso drammaticamente la vita.
      Il paese lo ricorda per il suo attaccamento alla famiglia e al lavoro. I parenti non si danno pace. È una morte difficile da comprendere, la cui dinamica nessuno riesce a ricostruire, troppo frammentarie le notizie che filtrano attraverso i compagni di lavoro. «Sandro si adattava a far tutto - racconta lo zio Brovedan - in questo periodo stavamo lavorando alla casa di mia figlia, proprio ieri sera (lunedì ndr) ci eravamo trovati per parlare come sempre dei nostri lavori». Quei lavori che amava fare da solo, con ingegno, «come chel mur in clap atôr da cjase» indica lo zio ricordando con tristezza la sua bravura, il suo amore per il mestiere e i suoi affetti.
      «Lui si dedicava al lavoro, alla casa e alla famiglia», chiude d'un fiato. Un amore grande per la figlia Claudia di 15 anni e il piccolo Daniele che frequenterà la quarta elementare. Lui e la famiglia, una cosa sola, come ricorda anche il consigliere comunale Ottorino Faleschini: «Un uomo disponibile e gentile. Lo vedevi sempre in giro coi suoi figli che adorava». Quei figli che non riescono a capire questo tragico destino, che si affidano agli sguardi dei parenti, che si rifugiano nell'abbraccio della madre Lorena che rientra a Paularo intorno alle 17. Lei stringe la mano forte a chi le fa le condoglianze, regge quanto può al dolore. «Lui non meritava una fine così - afferma piangendo stretta ai parenti - mi consola che non ha sofferto».
      Il giardino si riempie di gente, di conoscenti che accorrono in via Manzoni a Villa di Mezzo per stare vicini alla sfortunata famiglia, nel tentativo di portare conforto e sostegno. Anche il fratello Roberto lavora per la D'Andrea costruzioni, ma non nel cantiere di Lauco. Riesce a mormorare solo poche parole, è ancora frastornato per l'accaduto: «Proprio lui, che era un pignolo...».
      Sandro lascia un vuoto in paese, ma anche tra i suoi colleghi di lavoro, alcuni proprio di Paularo, che lo stimavano molto e che ora sono molto provati. «Noi non vogliamo incolpare nessuno - ci dice la moglie Lorena - ricordatelo con parole semplici». I familiari si raccolgono in casa, fuori il rumore della pioggia e la tristezza dell’intero paese.

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