Bloccare
la girandola di docenti
in montagna con un bonus
economico? «Un'utopia».
Colpa di «una legge
sbagliata» e di un «bando
inutile». La bocciatura
su tutta la linea arriva
da Pasquale D'Avolio,
preside del comprensivo
di Paularo , che
definisce «utopistica»
l'iniziativa della
Regione, che, per dare
corpo all'articolo 17
della legge regionale
13/01, si appresta a
pubblicare il bando per
la concessione di
contributi (1549,37 euro
all'anno) agli
insegnanti di ruolo che
decidono di trasferire
la propria residenza in
montagna per almeno
cinque anni.
E
dire che proprio D'Avolio,
nel tour de force delle
supplenze, aveva speso
ogni sua energia, anche
con proclami pubblici,
per cercare di frenare
il turn over degli
insegnanti in fuga dalla
montagna. Ma, se sulle
finalità il dirigente
non ha nulla da
eccepire, sono i
"mezzi"
adottati a destare la
sua perplessità. «Questa
legge, così com'è, non
servirà ad incentivare
la continuità di
docenti in montagna,
perché le condizioni
previste, di
difficilissima
attuazione, non
risolvono il problema,
in quanto il continuo
turn-over di docenti
riguarda non i docenti
di ruolo, ma i precari.
A Paularo , su 19
insegnanti, quelli di
ruolo sono solo 3 e
vivono già in Carnia».
Ergo,
per D'Avolio, «è
facile prevedere che il
numero di domande per la
concessione dei
contributi regionali sarà
prossimo allo zero: il
bando dimostrerà
l'inutilità di questo
provvedimento. Non mi è
mai successo di vedere
in 30 anni un docente di
ruolo con residenza in
pianura, scegliere di
trasferirsi in Carnia.
Al massimo questo è
successo per docenti di
altre regioni,
soprattutto del Sud,
che, dopo un periodo di
precariato in zona hanno
scelto di stabilirsi in
Carnia. Ma in questo
caso non saranno certo 3
milioni all'anno a
determinare la scelta».
E qui scatta la
controproposta. Secondo
la ricetta D'Avolio «la
legge va modificata,
prevedendo che possano
concorrere anche i
precari, purché si
impegnino a rimanere
almeno due anni nello
stesso posto. Inoltre,
l'incentivazione non
dovrebbe essere legata
alla residenza ma al
domicilio. Per le sedi
di montagna ad alto
tasso di turnover
l'assegnazione delle
cattedre o delle
supplenze dovrebbe
essere almeno biennale.
Altrimenti, si potrebbe
"premiare" con
un punteggio aggiuntivo
quelli che chiedono di
restare nella stessa
sede. Una parte delle
somme destinate dalla
legge al servizio
scolastico dovrebbero
venir destinate o a
coloro che affittano ai
docenti o ai Comuni per
provvedere all'alloggio
di docenti in strutture
pubbliche».
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